Andrea Chénier
L’abatino si conserva snello e donnajolo, l’uomo di finanza ancora donnajolo e adiposo.)
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L’Incredibile entra.
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L’altra metà dello stanzone è stipato da gente diversa, la sbarra divisoria però non è calata; l’accesso all’urna è liberissimo. – Si raccolgono
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(L’Incredibile scompare rapidamente.)
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(L’Incredibile si avvicina a Gérard.)
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La Carmagnola è l’anima della strada.)
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(E Bersi segue l’Incredibile nei sotterranei del Caffè.)
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(È già sera, e col giorno l’apparenza di gajezza è scomparsa. L’aria stessa appare livida; il ponte Peronnet assume un aspetto sinistro. Il passo
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(L’Abatino consegna ad un donzello la sua tazza.)
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sala perché vi declami qualche brano di sue poesie. – L’Abatino sta muto, gli occhi al cielo… ad invocarvi l’inspirazione.)
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(Ed ecco ricomparire l’Incredibile che si avvicina alla Bersi)
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(Ecco già l’usciere colla gran fascia e colla lista dei condannati.)
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(L’Incredibile cautamente si porta più vicino ai due, nascondendosi dietro un albero.)
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(Ma lontane grida annunciano l’avvicinarsi delle visite. Ma ecco la Contessa che rientra.)
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L’ufficiale dà il comando, le Guardie nazionali prendono il fucile e lo seguono in drappello.
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(Mathieu e l’Incredibile, entrati già da un po’ nell’aula, alzano subito la mano presentandosi come testimoni.)
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(I Rappresentanti fanno ritirare l’urna patriotica e, firmati i verbali e stretta la mano a Gérard, si allontanano.
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(Ma ecco un tintinnìo di sonagliere. – L’acuta curiosità punge cavalieri e dame che si affannano intorno alla Contessa interrogandola:)
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Dalle finestrate e dall’arco, dietro, l’immenso sfondo di una larga strada veduta di scorcio e che si perde entro a fitte case.
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Ma pei due felici tutto è felicità, tutto è poesia; abbracciati, dimentichi, essi inneggiano all’ora che apre a loro l’infinito e sarà eterna.)
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(Maddalena accenna a sua madre che andrà ad abbigliarsi. – La Contessa l’accarezza e va ad esaminare se nulla manca anche nelle sale superiori.)
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(Ad un tratto, una donna scarmigliata appare correndo dalla via opposta a quella per la quale si è allora appena allontanato l’Incredibile. È
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(Un’ondata di volanti colle loro mazze adorne, quale di nastri, quale di lanterne, irrompe per l’arco d’ingresso precedendo e seguendo le dorate
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(Si sente accorrere gente e la voce dell’Incredibile che grida: «Al ponte Peronnet!» – Chénier fugge. – Da tutte le parti irrompe gente. – L
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(L’Incredibile si allontana affrettandosi urtando in un piccolo ometto sudicio che entra tenendo sotto braccio un gran fascio di carte: è il
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(Le dame a questo annuncio si commuovono, rompono l’ordine fino allora tenuto e rumorosamente, con piccoli gemiti di gioia, attorniano il nuovo
Andrea Chénier
(ed ognuna, gittata l’offerta, grida piena d’entusiasmo: Viva, viva la Francia! – Il pubblico si entusiasma alla sua volta ed ogni offerta è accolta
Andrea Chénier
L’entusiasmo della folla è alla maggior parte di questi uomini indifferente; sanno che non è per loro che un uomo solo ha ora quello che da tanti
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(Il presidente Dumas prende una nota e legge ad alta voce chiamando verso gli accusati: ad ogni nome l’accusato si alza spontaneamente, o è fatto
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(Infatti appare dalla via Gérard appoggiato al suo ufficioso. La folla si allarga innanzi a lui. L’aspetto suo pallido e sofferente gli desta la
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con dei bimbi scheletriti a braccia, che imitando l’annuncio di maggiordomo:)
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e strana! Tutto il torrente dell’Opinione pubblica è là ad aspettare l’idolo dell’opinione pubblica, la bussola del patriotismo: Massimiliano
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sinistra) a tribunale, l’altra (quella di destra), divisa durante i dibattiti del giudizio da una opportuna sbarra divisoria, riservata al pubblico.
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, completando l’assetto della serra. Carlo Gérard, in livrea, entra sostenendo con altri servi un azzurro e pesante sofà.
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Nel fondo: l’ex «Cours-la-Reine» che diagonalmente attraversa la scena, allargandosi a destra, restringendosi a sinistra, difeso dalla Senna, che gli
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L’Incredibile segue sempre con vivo interesse, attaccandosi cautamente ai loro passi, Chénier e Roucher. – Intanto, non ancora si sono allontanati
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(Allora da quella folla dorata erompe un urlo di sdegno. Fléville si scusa colla Contessa. – L’Abatino è rosso e si agita a gran gesti, furibondo
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stringersi la mano due dame s’inchinano tre volte, con doppio inchino ogni volta, come vuole l’etichetta – poi la Contessa porge la mano a baciare al
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frigio gli copre l’occhio sinistro.
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campagna, anche, verso l’estremo lato sinistro dove, per una mite e microscopica collinetta, aprentesi ai piedi in grotte da ninfe, su sale a una casetta
Andrea Chénier
Eccolo! Procede egli tranquillo e borghesemente bonario con quell’enigmatico sorriso che scarna ancor maggiormente il suo profilo secco e procede, l